mercoledì 5 dicembre 2007

PARAMILITARI E MILITARI AVREBBERO AGITO INSIEME NEL MASSACRO DI SAN jOSE DI APARTADO'




ARRESTATO UN CAPITANO DELL'ESERCITO

- 03/12/2007

Nel febbraio del 2005, quando la Comunità della Paz disse che membri dell'esercito erano stati i responsabili del massacro del cammino della Resbalosa, nel corso del quale due famiglie furono brutalmente assassinate, nessuno le credette. Sembrava incredibile che membri delle Forze Armate avessero partecipato nell'omicidio di sette persone. Di questi tre erano bambini, due dei quali furono sgozzati ed il terzo decapitato.
Pochi lo credettero perchè le Forze Armate tentarono dichiararono che i loro uomini non erano nel luogo dei fatti in quel momento ed inoltre fecero girare la voce che le denunce fatte da Gloria Cuartas e dal padre gesuita Javier Giraldo, facevano parte di una "guerra politica" portata avanti dalla guerriglia contro le istituzioni.
Tre anni dopo sembra che la giustizia inizia a riconoscere che la Comunità aveva ragione. Lo scorso mercoledì un ufficiale giudiziario della sezione dei Diritti Umani, arrestò il capitano dell'esercito, Guillermo Armando Gordillo Sánchez, con l'accusa di coautore di omicidio, per associazione a delinquere e per terrorismo. Gordillo era l'ufficiale incaricato della Compagnia Alacrán, facente parte della Brigata VII con sede a Urabá. Lui e i suoi uomini pattugliavano nel posto quando successe il massacro. E anche se davanti alla Fiscalia si proclamano innocenti, le prove contro di loro sono molto chiare.
Il racconto di un paramilitare è diventato un tassello chiave per risolvere il rompicapo di questo caso che ha suscitato molta attenzione al livello internazionale. Adriano José Cano Arteaga era un componente del gruppo Héroes de Tolová, facente parte del "Don Berna" ed operoso tra Córdoba y Urabá. Cano assicura che un paramilitare denominato "44" aveva il compito di dirigere il massacro e che un altro conosciuto come "Pirulo" si è occupato di uccidere i bambini. I paramilitari erano aiutati da 50 soldati e comandati dal Capitano Gordillo, rimasto a sorvegliare che non arrivassero testimoni.
Per primo hanno ucciso Luis Eduardo Guerra, riconosciuto lider della Comunità della Pace. Poi sono passati a sua figlio Deyner Andrés Guerra, di 11 anni, e a Beyanera Areiza. Dopo averli uccisi a colpi di machete hanno abbandonato i loro corpi sulla montagna. Poi hanno proseguito con Alfonso Bolívar Tuberquia e suoi figli Natalia, di 5 anni e Santiago di 2 anni. Per finire con Sandra Milena Muñoz ed un lavoratore della fattoria Alejandro Pérez. I primi quattro sono morti a colpi di machete. I bambini, secondo quanto dice l'autopsia con ferite da arma bianca.
Secondo il paramilitare, Gordillo gli avrebbe commentato ad un altro membro della Brigata, che "44" aveva fatto una stupidaggine nell'avere ucciso queste persone sotto la sua giurisdizione.

ESTREMA GRAVITA'

Perché é successo questo massacro? Era pianificato? Ci furono tentativi di insabbiamenot?
A quanto sembra gli investigatori ancora non hanno dato risposta a questi interrogativi. Però l'ipotesi principale punta a dimostrare che il terribile fatto sia stato motivato in relazione ad un attacco della Farc contro l'Esercito durante il quale rimasero uccisi 17 soldati a Mutata'. Esperti in criminologia hanno dichiarato che il modus operandi di questo massacro non solo denota odio, ma anche la volontà di mandare un avvertimento alla comunità.
L'accaduto costituisce una delle più gravi violazioni dei Diritti Umani commesso negli ultimi anni. Soprattutto perché questa Comunità, che si era dichiarata neutrale, era protetta da misure cautelari che obbligavano lo Stato Colombiano a salvaguardarla in maniera speciale. Se si dimostrerà che coloro che avevano la missione di proteggerla, i militari, furono coautori del crimine, la sanzione del Paese nella scena internazionale non tarderà ad arrivare.
La Fiscalia sembra dare ragione alla Comunità in quanto all'accaduto. Del resto i testimoni paramilitari, incluso Cano, evidenziano quello che hanno sottolineato le ONG, che i militari hanno creato insieme ai paramilitari un sodalizio, specialmente a Uruba'. Il Ministero della difesa ha dato tutto l'appoggio alla Fiscalia, ed insiste nell'assicurare un debito processo al capitano Gordillo.
Oltre la sansione che investirà lo Stato Colombiano dopo questo fatto, le Forze Armate devono riflettero su due fatti: la stigmatizzazione delle Comunità di Pace e i meccanismi di controllo delle truppe.
In alcuni settori delle Forze Armate si accusano le comunità di pace e molte ONG di essre sostenitori dei gruppi armati. Per molte denunce legittime e fatte con mezzi legali dalle comunità locali, si usa la definizione di "guerra politica".Il rischo della stigmatizzazione è che molti militari credano di poter ricorrere a metodi criminali per poter combattere un nemico teorico.
In quanto al controllo delle truppe, vale la pena ricordare che da più di dieci anni distinte fonti, incluso militari, hanno posto l'attenzione sulla convivenza dei Membri della Brigata VII con i paramilitari. Le investigazioni interne, però, non sono mai arrivati a dei risultati.
Se verrà dimostrato che il Capitano Gordillo e i suoi uomini sono effettivamente colpevoli di questo massacro, le Forze Armate saranno coinvolte nel più grande scandalo della loro storia.

Traduzione di Marta Montino

Fonte:
http://www.asud.net/news/news.php?nw=238

Nessun commento: