mercoledì 12 dicembre 2007

Forza pubblica spara a indigeni concentrati nella tenuta La Emperatriz – Cauca Colombia


Erano le 12:30 del pomeriggio, quando gli indigeni stavano lavorando nella tenuta La Emperatriz durante i rituali di Liberazione della Madre Terra, arrivano l’ESMAD (squadrone mobile antisommossa), la polizia nazionale e l’esercito nazionale a reprimerli a forza di gas lacrimogeni e nel bel mezzo dell’aggressione due uomini in borghese vestiti con pantaloni e maglietta, uscirono dal gruppo degli ESMAD e la polizia e cominciarono a sparare indiscriminatamente con armi di fuoco sulla moltitudine di indigeni che erano lì.

Ci sono stati quattro feriti gravi: Rodrigo Pito, 35 anni, della frazione rurale il Chocho del Resguardo di Huellas Caloto, Antonio Condo, 22 anni,della frazione rurale Altamira del Resguardo di Huellas Caloto, Lorenzo Largo Dagua, di età stimata tra i 18 e 21 anni, della frazione rurale Gallinazas del Resguardo di Tacueyò e Delio Quitumbo, 27 anni, della frazione rurale La Palma del Resguardo di Toribiò.

Dopo questi avvenimenti la forza pubblica si ritirò nelle vicinanze, mentre tre dei feriti furono portati all’ospedale Nina Maria de Caloto, e Lorenzo Largo Dagua, leader del Consiglio comunale di Tacueyò ferito allo stomaco e al braccio destro si trova all’ospedale Francisco de Paula Santander del comune di Santander di Quilichao, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico. “I feriti sarebbero stati di più, se la gente al suono degli spari non fosse scappata immediatamente”, assicurò Feliciano Valencia, consigliere del CRIC.

Dopo questi avvenimenti, la comunità è molto turbata e triste per la tragedia, conseguenza della repressione della forza pubblica. La decisione è di continuare a resistere nelle proprietà finché il governo prenda una decisione che sia veramente favorevole ai popoli e alla Madre Terra e non alle multinazionali come è già successo. E’ importante ricordare che nel 2005 si firmò un accordo in cui il governo promise di fare un progetto sulle terre per adempiere al proprio dovere nel confronto degli indigeni, finalmente si fece lo studio con i soldi delle comunità, ma le terre vennero consegnate alle multinazionali affinché seminassero canna e pini.

Facciamo un appello a tutti i colombiani e le colombiane affinché seguano con attenzione quello che succede nel Cauca e quello che può succedere con le comunità mobilitate. Continuiamo coi rituali di Liberazione della Madre Terra. “Ci mobilitiamo per difendere e liberare la nostra esistenza e per associarci alla lotta di tutti i popoli” (proclama CRIC). Asociaciòn de Cabildos Indìgenas del Norte del Cauca ACIN
29-11-2007

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