venerdì 22 febbraio 2008

Tre anni di assenza. Tre anni dopo il massacro, la vita vince la morte e le famiglie ritornano a Mulatos.


IN MEMORIA DEL MASSACRO DELLA COMUNITÀ DI PACE DI SAN JOSÉ DE APARTADÒ DEL 21 FEBRAIO 2005 E DI TUTTE LE VITTIME DELLA VIOLENZA POLITICA IN COLOMBIA

21 febbraio 2008, ore 16:00
Ambasciata colombiana
via G.Pisanelli 4, Roma

Da oltre 40 anni la Colombia è messa in ginocchio da un conflitto armato, politico e sociale, che vede scontrarsi militari, paramilitari e guerriglieri. La popolazione civile subisce le peggiori conseguenze di questa guerra e le pressioni di tutti i gruppi armati. Molte comunità indigene e contadine si sono organizzate per resistere in maniera non-violenta alla guerra e allo sfollamento forzato, rifiutandosi di collaborare con tutti i protagonisti del conflitto, siano essi legali oppure illegali. Una di queste comunità è quella di San José de Apartadó che il 21 febbraio 2005 è stata vittima di un massacro. Otto dei suoi membri sono stati fatti a pezzi a colpi di machete, fra cui il leader Luís Eduardo Guerra e tre bambini di 2, 6 e 11 anni. Numerosi testimoni hanno indicato l’esercito colombiano come responsabile di questo crimine contro l’umanità. Questa tesi è stata confermata da diverse commissioni d’indagine formate da giuristi internazionali che si sono recati sulla zona del massacro.

Cosa si nasconde dietro questo crimine?

Per seguire i dettami dell'Organizzazione Mondiale del Commercio e degli istituti finanziari internazionali - il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale - il governo colombiano ha promosso monoculture come la PALMA AFRICANA per la produzione dell'AGRO-COMBUSTIBILE. Per accedere all'affare del momento, multinazionali come URAPALMA e CENIPALMA, operanti nella regione colombiana del Chocó, si appropriarono, per mezzo di gruppi paramilitari e militari, delle terre delle popolazioni locali, costringendo la gente a sfollare sotto minaccia di morte e compiendo atroci assassini. Il governo colombiano è sfuggito ad ogni responsabilità, approvando una legge battezzata “Justicia y Paz” con la quale ha inscenato, in accordo con i mercenari, una smobilitazione fittizia, assicurando loro l’impunità. I paramilitari delle “AUC” continuano tuttora ad operare, ma sotto un altro nome. Ora si fanno chiamare: Aguilas Negras.

Affinché il sacrificio della comunità di San José de Apartadó sia simbolo e memoria del rispetto per la vita umana e della lotta all'impunità, il 21 febbraio 2008 alle ore 16:00 ci riuniremo davanti all’Ambasciata Colombiana, consegneremo all'ambasciatore una lettera di solidarietà con la comunità di pace e con le vittime della violenza politica in Colombia e solleciteremo insieme al popolo colombiano:
VERITÀ, GIUSTIZIA E RIPARAZIONE

Organizzano: Rete Italiana di Solidarietà, Comitato Carlos Fonseca, Associazione ASUD
Associazione El Vagón Libre, Cooperativa Salvador Allende

Nessun commento: