venerdì 22 febbraio 2008

Ieri, 21 febbraio 2008, accompagnando il ritorno delle famiglie a Mulatos


Ci siamo ritrovati ieri davanti all'Ambasciata Colombiana per chiedere VERITA' GIUSTIZIA e RIPARAZIONE. Nello stesso momento alcune famiglie della Comunità di Pace di San José de Apartadò, dopo tre anni dal massacro del 21 febbraio, facevano ritorno alla zona umanitaria di Mulatos, uno dei luoghi del massacro. Lo facevano accompagnati da una delegazione internazionale i cui partecipanti sono arrivati da ogni parte del mondo, Italia, Spagna, Portogallo, Canada, Stati Uniti, per continuare insieme un percorso di costruzione di pace dal basso che sta diventando, veramente patrimonio dell'umanità. Così come il grande gendarme , gli Sati Uniti d'America, esporta guerre in tutto il mondo e globalizza la violenza, noi globalizziamo la resistenza, rendendo vive le parole che Luis Eduardo Guerra, difensore dei diritti umani e fondatore della Comunità di Pace di San José de Apartadò, lìder storico riconosciuto in tutto il mondo, massacrato nell'orrenda mattanza del 21 febbraio 2005 proprio a Mulatos, ha scritto su una bandiera della pace che per noi ora fa memoria: Globalicemos la resistencia. E questo faremo per non lasciare un solo centimetro di terra al paramilitarismo, alle imprese multinazionali, alla violenza, all'indifferenza internazionale.
Ieri abbiamo lasciato all'Incaricato di negozio dell'Ambasciata una lettera a firma del Presidente della Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive! e del Sindaco del Comune di Narni, affratellato alla Comunità, da consegnare al Presidente Alvaro Uribe Velez. Con questa lettera chiediamo che si metta fine all'impunità che a tutt'oggi protegge gli artefici materiali ed intellettuali dei 180 morti e delle oltre 600 violazioni ai diritti umani sopportati dalla Comunità di Pace di San José de Apartadò. La lettera, insieme ai documenti e volantini che sono stati distribuiti ieri potete trovarli qui, nella nostra pagina, appena possibile.

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