lunedì 4 febbraio 2008

La Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!, accanto alle vittime


Oggi 4 febbraio 2008, si realizzano in Colombia e in diverse città del mondo, eventi pubblici con diverse motivazioni politiche e esistenziali: il Governo colombiano e i grandi mezzi di comunicazione hanno lanciato un appello per marciare contro le FARC; i familiari dei sequestrati da questa organizzazione guerrigliera, hanno preferito organizzare una giornata di preghiera e non partecipare   alla marcia ufficiale; le organizzazioni che difendono i diritti umani, i sindacati e altre organizzazioni sociali e forze politiche alternative, realizzeranno una concentrazione in Piazza Bolivar a Bogotà, in favore dell’Accordo Umanitario, contro la guerra e i sequestri.

La Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!, manifesta il suo appoggio alle vittime della violenza colombiana esigendo dal Governo colombiano e dalle FARC , che realizzino, il più presto possibile, un Accordo Umanitario che permetta di rilasciare in libertà le persone in mano alle FARC.

La nostra voce di protesta si alza contro tutti i gruppi armati legali e illegali, Esercito, Paramilitari e guerriglia, che continuano a colpire la popolazione civile; contro la negazione di chi detiene il potere , di impegnarsi realmente per una uscita negoziata e politica dal conflitto armato che da oltre 40 anni insanguina il paese e contro le strutture che hanno consentito di rendere permanente ed eterna la situazione d’ingiustizia sociale ed economica in Colombia.

Di seguito vi invitiamo a leggere la lettera che la nostra amica e compagna di viaggio Natalia Biffi ha inviato all’Ambasciatore della Colombia in Italia Sabas Pretelt , come risposta all’invito fatto dall’Ambasciata per partecipare oggi a Roma alla concentrazione contro le FARC, senza fare nessun riferimento al terrore paramilitare e delle Forze ufficiali.


- Desidero dire – sorride il colonnello Aureliano Buendìa ,
- che stiamo lottando per il potere-.
- Sono riforme tattiche - risponde uno dei delegati del Governo.
- Per adesso quello che è importante e ampliare la base popolare della guerra.
- Dopo vedremo
( Marquez, 1987:733)

Granada 3 febbraio 2008

Signor Ambasciatore,
ho ricevuto la sua lettera di invito alla manifestazione “NO A LAS FARC” che conferma, disgraziatamente, la mia profonda intuizione e timore per il significato che si potrebbe assegnarle, senza uno sguardo, a questo grido che riflette il dolore di noi tutti di fronte all’arbitrio di coloro che ostentano le armi, sia che si chiamino guerriglia, narcoparamilitari o Esercito nazionale.

Io, dal canto mio, non parteciperò alla manifestazione e non perché sono una guerrigliera o appoggi questo gruppo che, come gli altri, pretende di legittimare la sua azione attraverso il terrore. Non parteciperò perché il popolo colombiano da molto tempo ha detto NO alle FARC. A volte sono gli interessi privati, militari e, perché non dirlo, un sistema politico che ha bisogno di questi spettacoli per giustificare le sue ingiustizie, a volte sono quelli che non hanno saputo né voluto fare nel nostro paese una Politica di Pace.

Così come grido No alle FARC, NO al sequestro, grido anche NO a la Narcoplitica, NO ai Paramilitari nel Congresso, NO alla Politica di Sicurezza Democratica, NO alle detenzioni arbitrarie, NO al Falso Positivo, NO ai latifondisti, NO al 6,5% del nostro PIL in spese militari, NO al Plan Colombia, NO al Trattato del Libero Commercio, NO alle piantagione della Palma da olio, NO allo sfollamento forzato dei nostri contadini, NO alla percentuale tanto alta ( più della metà dei cittadini) che vive in situazione di povertà, senza accesso all’educazione, alla salute e alla protezione dell’ambiente.

Distinto Ambasciatore, non desidero che legga questa risposta come una comunicazione offensiva, semplicemente mi sono permessa di risponderle come ho fatto con tutti quelli che mi hanno invitato a partecipare a questa manifestazione. Mi piacerebbe terminare con quello che ha scritto Juan Camillo Restrepo, persona che lei conosce bene: “ Se le FARC non fossero esistite le avremmo dovute inventare. Sono la principale giustificazione per lo straripamento delle spese militari e per giustificare la rielezione a tempo indeterminato. “

Io spero che Juan Camilo Restrepo, non abbia ragione.

La saluto molto cordialmente,
sua concittadina,
Natalia Biffi H.

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