mercoledì 15 ottobre 2008

Richiesta urgente alla Corte Interamericana di Diritti Umani


[14/10/2008] [] [Autore: Tessuto di Difesa della Vita – Asociaciòn de Cabildos Indigenas del Norte del Cauca - ACIN]

Il motivo della presente lettera è quello di richiedere la protezione della protesta pacifica in atto nel Cauca, di fronte al ricorso sconsiderato alla forza da parte dello Stato colombiano.

Santander de Quilchao, 14 ottobre 2008.

Signor
Santiago Cantón
Segretario Esecutivo
Commissione Interamericana dei Diritti Umani
Washington D.C


Un cordiale saluto,

Le inviamo la presente lettera per richiedere la protezione della protesta pacifica in corso nel Cauca, di fronte all’uso sconsiderato della forza da parte dello Stato colombiano.
Dallo scorso 12 ottobre, abbiamo espresso l’obiettivo della nostra mobilitazione pacifica attraverso queste parole:

1. Non accettiamo “Trattati di Libero Commercio” come quello che è stato “negoziato”, a porta chiusa e senza consultarci, con gli Stati Uniti, il Canada, l’Unione Europea, l’Associazione Europea di Libero Commercio, e chiunque altro persegua lo stesso obiettivo di privarci dei nostri diritti, delle nostre culture, dei nostri saperi e dei nostri territori, di sfruttare le ricchezze e i popoli e di rubare il valore economico e il capitale per sottometterci. Vogliamo Trattati tra i popoli, per i popoli e per la vita e non tra i padroni, contro i popoli e contro la Madre Terra, che stanno uccidendo con la loro avidità.

2. Denunciamo, ci opponiamo ed esigiamo l’abolizione delle riforme costituzionali e della legislazione di spoliazione per mezzo della quale consegnano ciò che è nostro agli interessi privati e ci costringono al silenzio, alla stupidità, al lavoro forzato, all’esclusione e alla morte. Sono molte le leggi e le riforme già attuate o in corso di attuazione. Tra queste, le peggiori includono lo Statuto Rurale, il Codice delle Miniere, le Leggi e Piani per l’Acqua, la Legge sui Boschi… Lotteremo per ottenerne l’abolizione.

3. Basta al terrore perpetuato attraverso il Piano Colombia, la Sicurezza Democratica, la parapolitica che infestano tutti i nostri territori e seminano morte e trasferimenti forzati celati dietro il falso pretesto del “recupero sociale”. Che il mondo venga a conoscenza del modo in cui il governo degli Stati Uniti e il Comando Sud stabiliscono dei Centri di Coordinamento di Azione Integrale a partire dai quali occupano i nostri territori per consegnarli alle imprese transnazionali insieme alle risorse dei popoli. In queste condizioni, protestare non è un delitto ma un dovere, trasformato in crimine da coloro che temono la libertà. Che se ne vadano i signori della guerra, che utilizzano il terrore per rubare e uccidere. Vogliamo giudicare nei nostri territori e in base alle nostre leggi coloro i quali ci hanno ridotti a vittime servendosi del potere dello Stato, del para-Stato e della guerra, da qualsiasi luogo provengano e senza tenere in conto i loro discorsi e le loro sedicenti giustificazioni.

4. Chiediamo l’adempimento alle norme, agli accordi e alle convenzioni che vengono ignorate sistematicamente. Non solo del Decreto 982 del 1999 o degli accordi per il Massacro del Nilo del dicembre 1991 e degli accordi dell’Imperatrice del settembre 2005, ma anche della legge 21 del 1991 o Accordo 169 della ILO. La Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni deve diventare legge ed essere rispettata. Ma le nostre richieste non si limitano a ciò che riguarda noi indigeni. Il Mandato Agrario, i diritti sindacali, i servizi pubblici, i diritti fondamentali, i diritti delle donne e la loro lunga e dolorosa lotta:

TUTTE LE CAUSE SONO LA NOSTRA.

5. Invitiamo alla costruzione dell’Agenda dei Popoli. Da un Paese con padroni e senza popoli, a un Paese dei popoli senza padroni. Camminiamo a partire dal nostro dolore, dai 516 anni di persecuzione e lotta senza tregua e ci impegniamo a condividere e a sentire la sofferenza di altri popoli e processi. Che il tessuto di dolore si trasformi in cammino per sostituire queste istituzioni illegittime e marce, al servizio del capitale transnazionale per mezzo dei padroni, con un governo popolare saggio. Manteniamo l’impegno preso in occasione della “visita per il Paese che desideriamo” e proponiamo di convocare tra tutti e tutte il Congresso Nazionale dei Popoli, come un neonato la cui nascita si preannuncia a partire da questa mobilitazione, nel corso della quale esprimeremo la parola collettiva per incamminarci verso la costruzione del nuovo Paese possibile e necessario.
Affermiamo la nostra intenzione di aggiungere la nostra alle vittorie degli altri popoli dell’America Latina, in cammino verso un’America dei suoi Popoli.

Di fronte a ciò, lo Stato risponde con una violenza smisurata del regime per far tacere le nostre parole a colpi di proiettili e repressione, dal momento che ci informano dalla comunità Maria Piendamó che la stessa è circondata dall’Esercito Nazionale e che ci sono anche dei civili armati sulle montagne e nei dintorni delle strade che sparano contro la comunità. La repressione è molto violenta, ma nonostante ciò non è riuscita ad aprirsi il cammino, dal momento che circa 9000 persone stanno resistendo all’aggressione.

Questo attacco contro la comunità pacifica in resistenza ha prodotto fino a questo momento i seguenti feriti e detenuti:

-Hermes Arbey Díaz de Huellas Caloto
- Mauricio Menza de Jambaló (ferito alla fronte da un proiettile con schegge di vetro e pietra).
- Benjamín Ramos del Resguardo de Tálaga, Caldono (ferito all’occhio sinistro e con un proiettile nel petto)
- Mariano Morano Dizú, Presidente della Junta de Acción Comunal di La Palma Pitayó (ferito al cranio con arma da fuoco, con segni d decorticazione cerebrale, è stato trasferito a Popayán)
- Enyi Ulcué di Pueblo Nuevo, Caldono (ferita alla gamba sinistra con arma da fuoco)
- N.N. con un colpo grave alla testa
- John Freddy Piñacue di 16 años (ferito alla fronte con un randello).
- Mario Guetoto de Delicias (ferita al naso).
- Diomedes Quinto di San Andrés de Pisimbalá (ferito alla fronte da un proiettile con schegge di vetro e pietra)
- Joaquín Cotocué de San Andrés de Pisimbalá.(ferito alla fronte da un proiettile con schegge di vetro e pietra).
- Milciades Tumbo di San Andrés de Pisimbilá.
- José Ferney Pardo de Inzá, Tierradentro.
- Adolfo Quitumbo Yatacue di Corinto
- Harold Cucuñame dell’ Honduras. Zona Occidente
- Delio Quitumbo di Toribío. (ferito alla gamba sinistra da un proiettile con schegge di vetro e pietra).
- Mario Huetoto. Della zona di Delicias, Buenos Aires (ferito all’occhio sinistro da un proiettile con schegge di vetro e pietra).

Detenuti:
Leonardo Chocué di Tierradentro
Eduardo Cotoina di Tierradentro
Pablo Dagua di Corinto

E’ inoltre necessario far presente che nel corso di questa settimana sono anche stati assassinati Nicolás Valencia Lemus e Celestino Rivera, e siamo stati appena informati che ieri, 13 ottobre intorno alle 21:00 è stato assassinato Cesar Hurtado Tróchez, di 23 anni, appartenente alla comunità indigena del Resguardo de Guadualito. Si trovava nella sua abitazione e mentre riposava sono arrivati 4 uomini che lo hanno ucciso a colpi di arma da fuoco.

Mentre terminiamo di scrivere questo resoconto parziale ci giunge notizia dal personale che si trova presso il Centro di Salute a La Maria, che continuano a giungere feriti gravi. Molti sono feriti da colpi di arma da fuoco e gli elicotteri stanno sorvolando la parte alta di La Maria. Questo è un massacro!

Tessuto di Difesa della Vita
Asociación de Cabildos Indígenas del Norte del Cauca
ACIN
14 ottobre 2008
10:50

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