domenica 18 maggio 2008

DAL ‘VERTICE DEI POPOLI’, “NO” AD ACCORDI COMMERCIALI CON LA UE

Misna, 18/5/2008
Economia e Politica


“La cooperazione e l’integrazione dei nostri popoli passa in primo luogo per la costruzione di un sistema in cui i diritti economici, politici, sociali, culturali e ambientali delle maggioranze siano la priorità e la ragion d’essere delle politiche governative. Per questo respingiamo i progetti di ‘Accordi di Associazione’ (Ada) proposti dall’Unione Europea e avallati da alcuni governi latinoamericani e caraibici che intendono solo approfondire e perpetuare l’attuale sistema di dominazione che tanto danno ha fatto ai nostri popoli”: lo si legge nella dichiarazione conclusiva del III ‘Vertice dei Popoli’ promosso dalla rete dei movimenti sociali bi regionali ‘Enlazando Alternativas’, che si chiude oggi a Lima in concomitanza con il V Vertice tra America Latina e Caraibi e Unione Europea (Alc-Ue). La strategia della Ue contenuta nel documento ‘Europa Globale: Competere nel mondo’, “presume l’approfondimento di politiche di competitività e crescita economica che intendono implementare l’agenda delle sue multinazionali e rafforzare le politiche neo-liberali, incompatibili con il dibattito sui cambiamenti climatici, la riduzione della povertà e la coesione sociale” scrivono i promotori della ‘Cumbre de los Pueblos’. “Nonostante si tenti di coprire la loro natura includendo temi come la cooperazione e il dialogo politico, l’essenza della proposta è aprire i mercati dei capitali, dei beni e dei servizi, proteggere gli investimenti stranieri e ridurre le capacità dello stato di promuovere lo sviluppo economico e sociale” aggiungono, ricordando che gli ‘Ada’ – che la Ue ha peraltro già firmato con Messico e Cile - “riproducono lo schema dei Trattati di Libero Commercio-Tlc che la maggior parte dei paesi della regione ha sottoscritto con gli Stati Uniti e vanno oltre le politiche dell’Organizzazione mondiale del Commercio che respingiamo”. In una regione in cui “le risorse naturali continuano ad essere sfruttate indiscriminatamente, sgomberando intere comunità, devastando la bio-diversità, esaurendo le fonti idriche e impoverendo la manodopera, le multinazionali europee hanno molte responsabilità”. Secondo i movimenti riuniti in ‘Enlazando Alternativas’, “proprio ora che, dopo essere stata una vittima secolare del saccheggio delle multinazionali l’America Latina registra progressi democratici che stimolano la ricerca di strade autonome di sviluppo in diversi paesi e diverse forme di integrazione al servizio dei popoli, seguire le ricette del libero commercio stimola la frammentazione della regione”. Criticando la cosiddetta ‘Fortezza Europa’ “che implica la chiusura delle frontiere, la violazione del diritto di asilo e la criminalizzazione dei migranti con muri virtuali o reali che non sono diversi da quelli in costruzione alla frontiera nord”, il III ‘Vertice dei Popoli’ ha denunciato anche “l’ipocrisia delle istituzioni multilaterali (dal Wto, al Fmi, alla Bm) nel cercare di nascondere le vere cause del carovita mondiale: dirottamento della produzione dei paesi verso le esportazioni, perdita del ruolo dello stato nella gestione delle risorse alimentari e la trasformazione degli alimenti in fonte di speculazione finanziaria, tutto questo come risultato delle politiche di libero commercio”. [CO]

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