venerdì 28 novembre 2008

La Comunità indigena NASA riscatta sette persone sequestrate in Caldono (Cauca – Colombia)




Seguendo il principio dell’autonomia territoriale dei popoli indigeni continuiamo a opporre resistenza ai gruppi armati che ci aggrediscono, si tratti di “falsos positivos” (azioni delittuose “inventate” dalle forze di polizia o dell’esercito) o di sequestri, da qualsiasi parte in conflitto vengano, sono contrari al nostro progetto di vita.

Comunicato per l’opinione pubblica

Il Cabildo Indigeno di Pioyà (Cauca – Colombia) comunica all’opinione pubblica nazionale e internazionale che, ieri notte (26 novembre 2008, n.d.r.) la comunità indigena NASA, con l’appoggio dei guardiani indigeni, hanno riscattato sei funzionari del Municipio di Jambalò (Cauca – Colombia) e una delegata del Ministero di Educazione che erano stati sequestrati da un gruppo armato illegale lungo la strada che unisce i paesi di Silva e Jambalò con la città di Popayan (Cauca – Colombia).

Luz Marina Quiguanàs (Cassiera del Municipio), Emilse Muñoz Collo (Consigliera finanziaria), Eumenia Orozco Rodríguez (Commercialista), Dora Jenny Bolaños (Responsabile del Bilancio), Edwin Armando Embùs (Assistente Giuridico), Hamwer Enrique Cuellar (Consigliere operativo) e Luisa Fernanda Fraile (Operatrice di Corpoeducaciòn, organismo del Ministero di Educazione), verso le ore 18.00 percorrevano la strada nei pressi della località Ovejera a bordo di una pickup Toyota targata CBX722 di proprietà del signor Embùs e furono intercettati da 4 uomini armati e con volto coperto da passamontagna che si sono identificati come membri del sesto fronte della colonna “Jacobo Arenas” delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia).

Furono obbligati a fermarsi e quindi condotti verso il Resguardo Indigena di Pioyà con l’idea di internarli poi nella selva. Un’ora più tardi la comunità indigena di Jambalò seppe di quanto era successo e immediatamente si mise in contatto con le autorità delle comunità indigene di Pitayò e di Pioyà. Queste misero immediatamente in moto tutte le persone disponibili per setacciare la zona con il proposito di trovare e riscattare le persone sequestrate.

Quando il gruppo di sequestratori si rese conto dell’azione delle comunità indigene, verso le ore 21,00, si divise in due. Tre degli uomini armati proseguirono a piedi con Emilse Muñoz Collo e Edwin Armando Embùs, mentre l’altro si portò via il resto dei sequestrati nella Toyota. La comunità indigena continuò con la sua azione fino a metterli alle strette e costringerli a scappare rilasciando i sequestrati. Emilce Muñoz raccontò poi che i guerriglieri dissero: “Sono arrivati gli Indigeni, è arrivato il Cabildo; è meglio che vi lasciamo liberi”.

Nel frattempo un altro gruppo di indigeni, uomini donne e bambini, guidati da una stazione radio locale “Pell Sxam, Pueblo de los Carrizales” che appartiene alla Comunità Indigena di Pioyà, continuarono a seguire le tracce degli altri sequestrati fino a localizzarli. I guerriglieri cercarono di intimidire la comunità sparando in aria, ma questa si mantenne ferma nel suo proposito, nella sua convinzione che una comunità unita è più forte di ognii violenza, riuscendo a riscattare anche gli altri sequestrati. Nella fuga ii sequestratori hanno perso un revolver che è stato consegnato alle autorità indigene di Pioyà.

Fatti come questi si sono verificati in diverse circostanze negli ultimi tempi nei territori indigeni e più precisamente in Pioyà, dove la comunità indigena ha realizzato diverse azioni di resistenza civile (riscatto di un cittadino svizzero nel 2003, riscatto di un elicottero che trasportava denaro dello Stato nel 2006, la disattivazione di mine anti-uomo nella località El Carmen, la eradicazione di marijuana quest’anno e ora, il riscatto di questi 7 sequestrati). Le autorità indigene si sono riunite nelle prime ore di oggi, dalle 2,00 alle 4,00 e hanno deciso di convocare le autorità dello stato, i rappresentanti degli organismi di difesa dei diritti umani e i rappresentanti degli organi di informazione per ufficializzare la liberazione di queste sette persone che erano state sequestrate.

In questo atto pubblico si sono resi pubblici i fatti accaduti e si è distrutta l’arma abbandonata dai sequestratori come segno di rifiuto di ogni forma di violenza e di ogni gruppo violento che porta scompiglio nelle nostre comunità. La comunità indigena non può accettare ne un esercito che costruisce false azioni sovversive (“falsos positivos”) ne una guerriglia che si proclama a favore del popolo mentre attenta contro i diritti del popolo.
Le autorità indigene ratificano la loro politica di autonomia del territorio e di lotta per la difesa della vita e del territorio stesso, nel contesto della “Minga de los Pueblos” (cooperazione dei popoli). Allo stesso tempo rinnovano il loro appello all’unità della popolazione e al potenziamento delle organizzazioni civili e popolari dirette alla resistenza pacifica in tutto il territorio colombiano, per affrontare i progetti di morte che attentano contro i progetti di vita dei popoli indigeni, contadino, afrocolombiani e urbani.

Caldono 27 noviembre, 2008
Cabildo Indígena de Pioyá, Cabildo Indígena de Pitayó (Silvia Cauca) y Cabildo Indígena de Jambaló

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