sabato 7 giugno 2008

VERTICE FAO: “UN FALLIMENTO TOTALE” SECONDO JEAN ZIEGLER

MISNA

6/6/2008 17.22


“Un fallimento totale”: così Jean Ziegler, ex relatore dell’Onu per il diritto all’alimentazione e oggi membro del Comitato consultivo sui diritti umani, ha definito il vertice Fao sulla crisi alimentare e i cambiamenti climatici concluso ieri a Roma. “La conferenza, che ha visto riuniti più di 50 capi di stato e di governo, una prima assoluta nella storia dell’organizzazione, ha portato a dei risultati assolutamente deludenti e preoccupanti per il futuro stesso delle Nazioni Unite” ha detto Ziegler in un’intervista al quotidiano francese ‘Le Monde’, precisando che “lo scandalo principale è costituito dal fatto che l’interesse privato si è imposto su quello delle popolazioni, al punto di rischiare un peggioramento della crisi alimentare invece che una sua soluzione”. Dal vertice, l’ex relatore Onu, si sarebbe aspettato “il divieto assoluto di bruciare cibo per farne biocarburanti, la creazione di un sistema in cui i paesi produttori potessero negoziare direttamente con gli importatori per evitare speculazioni e un impegno da parte delle istituzioni di Bretton Woods, la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale, a dare priorità agli investimenti nell’agricoltura di sussistenza nei paesi poveri”. Invece, prosegue, le dichiarazioni di principio contenute nella dichiarazione finale, per un impegno a “fare in modo di ridurre della metà il numero di persone che soffrono la fame nel mondo, entro il 2015, è assolutamente vago e non realizzabile”. Tra i maggiori responsabili di questo “enorme fallimento”, secondo l’esperto, ci sono “gli Stati Uniti e i loro alleati che hanno sabotato il vertice fin da principio”; le grandi multinazionali che "controllano oltre l’80% del commercio mondiale e non hanno alcun interesse a fare il bene della collettività” e "il Segretario Generale dell’Onu che ha il compito di presentare delle iniziative concrete e che ha svolto il suo ruolo in modo del tutto inadeguato”.
[AdL]


VERTICE FAO: AMERICA LATINA CRITICA LA ‘DICHIARAZIONE DI ROMA’

“Deploriamo che si sia persa l’opportunità di fare un passo deciso e chiaro, di sottolineare che non siamo di fronte a una crisi congiunturale ma al trascinamento di un ordine economico internazionale ingiusto ed egoista imposto dai paesi ricchi”: questa, riassunta dall’agenzia ‘Prensa Latina’, la posizione espressa dal Venezuela sul contenuto della Dichiarazione di Roma approvata ieri al termine del vertice dedicato dalla Fao alla sicurezza alimentare; un testo marcato da generiche e vaghe promesse di impegni per fare fronte alla crisi, che non ha soddisfatto larga parte dei paesi dell’America Latina. Insieme alla delegazione cubana, quella venezuelana ha contestato duramente in particolare “gli Stati Uniti e i loro alleati, per non essersi assunti la responsabilità del fenomeno della fame come conseguenza dei loro standard di consumo” scrive ancora ‘Prensa Latina’, in un articolo dal titolo “L’America Latina serra i ranghi contro la Dichiarazione di Roma”. “È evidente la responsabilità delle potenze industrializzate in questo inaccettabile stato di cose. Questa dichiarazione è il risultato della mancanza di volontà politica da parte dei paesi del Nord per promuovere una soluzione giusta e adeguata al problema” secondo Orlando Requeijo, vice-ministro cubano per gli investimenti stranieri e la cooperazione economica. Anche secondo la rappresentanza argentina, “la distorsione delle politiche agricole, gli enormi sussidi e le barriere commerciali adottate dalle nazioni potenti, così come la loro responsabilità nell’aumento globale dei prezzi degli alimenti sono rimasti fuori dal documento”. Posizioni condivise anche da Ecuador, Nicaragua e Bolivia.
[FB]

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