venerdì 19 settembre 2008

Bolivia, stop al conflitto. Si riapre il dialogo



Bolivia - 17.9.2008

Si ricomincia a dialogare grazie alla firma di un documento comune



Dopo settimane di duro scontro politico fra i prefetti ribelli dei dipartimenti della mezzaluna e il governo di Evo Morales, forse si apre uno spiraglio per il dialogo.

I fatti. La notizia giunge dopo una lunga notte di discussione in cui il prefetto di Tarija, Mario Cossio, ha firmato a nome del Consejo Nacional Democratico un accordo con il governo per dare inizio a una nuova fase di dialogo fra le parti e fermare definitivamente le violenze e i blocchi stradali che hanno paralizzato il paese nelle ultime settimane, e causato morti e feriti. E' stato lo stesso Mario Cossio a darne notizia. “Firmeremo l'accordo di pacificazione del paese. Questa è l'unica opportunità di aprire il cammino verso un processo di dialogo nazionale”. Una dichiarazione inattesa dopo le feroci polemiche che hanno semi diviso la Bolivia.
E stando alle dichiarazioni dei protagonisti ad un certo punto la firma dell'accordo sarebbe potuta slittare se non del tutto saltare, a causa della detenzione di uno dei prefetti ribelli, Leopoldo Fernandez (Pando) che ha fatto innervosire non poco gli altri protagonisti della vicenda.

Sotto sotto. E' vero che sono ormai giorni che le parti stanno cercando di mettere a punto un documento che ponga fine a questa imbarazzante situazione. E' anche altrettanto vero, però che i “ribelli” boliviani, che volevano spaccare in due il paese, forse, si sono resi conto di essere soli, o male accompagnati. La riunione dell'Unasur (l'Unione degli Sati sudamericani), ha ribadito infatti il pieno appoggio delle nazioni dell'area alla sovranità della Bolivia e al suo presidente Evo Morales. Questo può aver fatto ripensare le strategie da adottare ai prefetti della mezzaluna, che non molleranno certo la presa nonostante la firma di un documento. I più scettici dalla Bolivia, infatti, non credono a una fine delle ostilità fra le parti.

Il documento. Alla base di tutto c'è la restituzione delle royalties derivate dalla vendita degli idrocarburi, la goccia che aveva fatto traboccare un vaso già pieno, che il governo di Evo Morales aveva destinato a un fondo pensione per la popolazione indigente. Il documento, inoltre, apre nuove ipotesi sul rispetto delle autonomie delle regioni che lo hanno firmato e mette al centro la nuova Costituzione politica dello Stato.
La parte più importante della dichiarazione, però, riguarda la pacificazione del paese tramite lo smantellamento dei blocchi stradali in tutto il territorio nazionale e l'abbandono da parte degli occupanti delle infrastrutture statali e delle aziende petrolifere sotto il loro controllo da giorni. Anche così il gas potrà tornare nelle condutture e viaggiare liberamente verso Brasile e Argentina. In tutto questo entra anche la chiesa cattolica con Monsignor Julio Terrazas, mediatore nella vicenda, che sul documento ha voluto dire la sua. “E' una vittoria del popolo che cerca la pace e la verità”.
Rinfrancato dall'appoggio ottenuto dai paesi aderenti all'Unasur, Evo Morales si è detto disponibile a mettere in pratica l'accordo e il suo vice presidente ha confermato che maggiore autonomia per i dipartimenti che formano lo stato boliviano è una cosa possibile da effettuarsi a breve termine.
Dopo settimane di disagi, disordini e incidenti sembra tutto finito. Fino alla prossima volta.

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