giovedì 29 gennaio 2009

IGNOMINIA SENZA LIMITI

Ancora una volta il Governo colombiano, attraverso la Brigata 17 dell'Esercito, annuncia che sterminerà la Comunità di Pace di San José di Apartadó. Negli ultimi 12 anni ha ripetuto innumerevoli vole che ci sono due forme per distruggerla: sottomettendo i suoi leader ed i suoi membri a montature giudiziarie per metterli in prigione e togliergli la loro libertà o avvalendosi dei gruppi paramilitari per toglierli la vita o tenerli costantemente sotto la minaccia della morte. Negli ultimi anni, è ricorso anche alla corruzione, avvalendosi del denaro del programma di "Azione Sociale della Presidenza della Repubblica" per attirare e premiare chi prende le distanze dalla Comunità di Pace e si rendano disponibili per attaccarla e stigmatizzarla.

Sabato 17 gennaio 2009, Reinaldo Areiza, membro della nostra Comunità di Pace, ha ricevuto una chiamata telefonica da Wilfer Higuita, un giovane che prima abitava nella vereda La Unione, che gli disse che sapeva che vari leader ed accompagnanti della Comunità di Pace avevano problemi molto seri con la Fiscalia, ma che c'era una persona che avrebbe potuto aiutarli a risolvere quei problemi. Reinaldo gli rispose che lui non aveva nessun problema con la Fiscalia e che pertanto non aveva bisogno di parlare con nessuno. Meno di cinque minuti dopo, Reinaldo ha ricevuto una chiamata dal numero di cellulare. 312-7206117, di qualcuno che si identificò come un Colonello della Brigata XVII che gli disse che voleva conversare con lui in relazione al alcuni problemi della Comunità. Siccome Reinaldo gli rispose che non aveva niente di cui parlare con loro e che la Comunità non aveva problemi giudiziali, il Colonnello gli disse che cercavano il suo aiuto per distruggere la Comunità di Pace, e che per questo gli avrebbero offerto molto denaro. Gli chiese anche aiuto per consegnare due guerrigliere che desiderano unirsi all'Esercito, offrendogli due milioni di pesos per ogni consegna. Di fronte alla richiesta di incontrarsi per concretizzare le offerte, Reinaldo rifiutò chiaramenete qualunque accordo.

Negli ultimi mesi, dicembre 2008 e gennaio 2009, membri ed accompagnanti della Comunità di Pace hanno ricevuto molti messaggi di allerta da parte di persone che hanno contatti con funzionari dello Stato, a livello locale, dipartimentale e nazionale che affermano che a causa del reinserimento del guerrigliero alias "SAMIR", che fu comandante di una compagnia del Quinto Fronte delle FARC che ha operato nelle vicinanze di San José di Apartadó, la Brigata XVII, in azione congiunta con la Fiscalia, prepara montature di grandi proporzioni contro leader della Comunità di Pace e contro alcuni accmpagnanti, come il Padre Javier Giraldo e l'ex Sindaco di Apartadó, D.ssa. Gloria Quartas. A quanto sembra, il fatto stesso che la consegna di "SAMIR" sia stata mantenuta in gran segreto da parte di tutti i mezzi di informazione per più di due mesi, mentre detto smobilitato è tenuto illegalmente nell’ insediamento della Brigata XVII per preparare la montatura giudiziaria, risponde al piano di utilizzarlo come "testimone" contro la Comunità di Pace.

Le relazioni di "SAMIR" con la Comunità di Pace furono sempre conflittuali. La Comunità lo denunciò pubblicamente per l'assassinio di vari contadini che ingiustamente erano stati accusati di essere paramilitari, mentre lui segnalò la posizione della Comunità di non voler dare nessuno appoggio logistico a nessun attore armato.

Ma questa non è la prima volta che l'Esercito, congiuntamente alla Fiscalia, cerca di costruire montature giudiziarie partendo dalle "testimonianze" degli smobilitati della guerriglia o delle milizie della zona. Soprattutto a partire dalla politica di "smobilitazione" dell'attuale governo, la Brigata XVII ha cominciato a trasformare il piano di sterminio della Comunità di Pace attraverso esecuzioni extragiudiziali, sparizioni, massacri, bombardamenti e sfollamenti di massa, con processi giudiziari falsi (imbrogliati), per cui sta esercitando nella regione un duro controllo della dell'amministrazione di giustizia.

Oggi è l'Esercito che decide chi deve essere perseguito giudizialmente e chi no. I paramilitari apparentemente“smobilitati” non sono perseguiti, anche se hanno perpetrato crimini orrendi di lesa umanità e controllino oggi il centro urbano di San José, incluso il traffico di droga che lì si organizza e la prostituzione, in connivenza con la Forza Pubblica. Al contrario, gli ex miliziani che si videro forzati negli anni passati - per non dovere abbandonare i loro appezzamenti, che rappresentavano l’ unico mezzo di sussistenza - a collaborare con la guerriglia in ruoli secondari, come nelle coltivazioni agricole o per dare informazione sui movimenti dell'Esercito, e che appena possibile si allontanarono dalla guerriglia di loro propria iniziativa, loro sì che sono perseguiti con accanimento dalla Brigada/Fiscalía.

Da 2003, la Comunità di Pace ha denunciato casi di montature giudiziarie smisuratamente sfacciati, nei quali si evidenzia che la Brigata XVII maneggia il potere giudiziale. Al di là di decidere chi si persegue e chi no, militari e poliziotti effettuano catture senza ordine giudiziale, e quando eventualmente qualche pubblico ministero glielo rimprovera ed ordina la liberazione dei detenuti, prima di farlo hanno concertato già con lui/la Fiscaldi turno un nuovo ordine di cattura appoggiandosi sulle "prove" che quelli gli hanno lasciato. Dette prove sono, per la maggioranza delle volte, "attestazioni" di "smobilitati", o relazioni della intelligencia confezionati dalla Forza Pubblica, o "ordini di battaglia" della stessa origine. La Comunità di Pace ha potuto comprovare che coloro che sono portati alla Brigata o al posto di Polizia o a quello del DAS, a volte sotto tortura, altre volte bassi ricatti, altre volte con basse ricompense o promesse, sono obbligati a proferire accuse contro i leader e membri della Comunità, attraverso dichiarazioni nelle quali si raccontano fatti non verificabili colmi di falsità, ma che i militari sostentano davanti ai pubblici ministeri e giudici con lo stratagemma di "pluralità di attestazioni", appoggiandosi sul principio tacito che varie bugie configurano una verità.

Per evitare qualunque sviluppo probatorio, i detenuti attraverso la violazione di numerose norme processuali, sono obbligati a rifugiarsi nella formula di "sentenza anticipata", strategia che la stessa Defensoria del Pueblo ha consigliato tentando di convincere le vittime che non hanno un'altra via di uscita,contribuendo così alle direttive del Governo centrale che cerca di ingrossare le statistiche di smobilitazione, per migliorare la sua politica di immagine davanti alla comunità internazionale.

Recentemente la Comunità ha sollecitato l’Alta Corte [Costituzionale] che dichiari lo "statodi cose incostituzionale” nella zona di Urabá, perché lì si sono violati in forma sistematica molti principi costituzionali, come il principio della separazione di poteri, quello dell'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, quello del dovuto processo, il principio di legalità, il diritto ad essere giudicati da giudici e da tribunali indipendenti, competenti ed imparziali, e la maggioranza dei Principi fondamentali del Codice di Procedimento Penale, come l'idoneità dei testimone, l'imparzialità ed equilibrio di tutti gli attori processuali, le catene di custodia delle prove materiali, l'invalidità di prove di riferimento, l'esame delle causali di non imputabilità o di minore punibilità, la difesa tecnica e di molti altri. Sono stati identificati numerosi funzionari corrotti ed è stato chiesto caldamente alla Corte che fossero allontanati dalle loro funzioni giudiziali e si è dimostrato che molte persone della Comunità e dei suoi dintorni sono stati illegalmente ed ingiustamente private della loro libertà per mesi ed anni e che per questo devono essere indennizzate dallo Stato.

In molti dei processi corrotti che si sono realizzati contro i membri della Comunità o contadini del suo territorio, si è verificato che gli ex miliziani "smobilitati" sono stati obbligati da membri della Forza Pubblica a dichiarare che la Comunità ha fatto donazioni in denaro, alimenti, macchinari e perfino di armi alla guerriglia comandata dall’ alias "SAMIR". Numerose “favole” - che riposano negli espedienti senza nessun sostentamento probatorio, ma che scandalizzano per l'audacia delle falsità ricompensate e rimunerate -, vogliono fare credere che alias "SAMIR" è colui che ha dettato le direttrici fondamentali della Comunità di Pace, quando la verità è che la Comunità ha censurato sempre e pubblicamente i delitti dell’alias SAMIR e le sue pressioni. Non c'è dubbio che, ora che egli sta lavorando con la Brigata XVII, gli offriranno numerose prebende e rimunerazioni affinché si inventi chi sa quante "collaborazioni" della Comunità con la sua struttura insurgente, con l’obiettivo di potere giudizializzare i suoi leader, membri ed accompagnatori.

Non poche volte abbiamo comprovato che la Brigata XVII remunera con molti milioni di pesos, non solo le false dichiarazioni, ma anche le morti dei contadini ed i furti e le rapine che sono state perpetrati contro la Comunità, come il furto del computer della Comunità nel Luglio di 2006 o il massacro di 6 giovani nel villaggio de La Cristallina il 26 dicembre di 2005.

A partire dal massacro del febbraio 2005 nei villaggi di Mulatos e La Resbalosa, la Brigata in connivenza con la Vicepresidenza della Repubblica, ha fatto ricorso a falsi testimoni per costruire una versione falsa del crimine da vendere al Corpo Diplomatico e alla Comunità Internazionale. Solo la costanza di un gruppo di congressisti degli Stati Uniti che si propose di investigare e fare luce su tanto orrendo crimine, ha obbligato la Fiscalia ad abbandonare la montatura ordita dal Governo e a processare i militari che lo perpetrarono; ma più di 600 crimini di lesa umanità continuano in assoluta impunità grazie alla manipolazione di tale modello di giustizia controllato minuziosamente per la Brigada/Fiscalía. La Comunità ha comprovato offerte di milioni di pesos della Brigata affinché contadini privati della loro libertà dichiarino che le vittime dei crimini dell'Esercito erano guerriglieri e che morirono in "combattimento."

Tanta corruzione e tanta ignominia delle Istituzioni dello Stato che pretendono di professare rispetto per la Costituzione e le leggi, ci spinge a sollecitare nuovamente la comunità internazionale, le persone con principi etici e le reti di solidarietà che ci hanno sempre appoggiato nella richiesta del rispetto dei nostri diritti elementari e ad un nuovo richiamo al Governo colombiano, una nuova censura per le sue iniquità ed una nuova esigenza di rispetto al Diritto e l'Etica.

Comunità di Pace di San José di Apartadó
Gennaio 28 di 2009

Comunità di Pace di San José di Apartadó
http://www.cdpsanjose.org

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